Il Diavolo nelle Immagini Devozionali di Piccolo Formato

Premessa

La Chiesa cattolica ha fatto sempre uso delle immagini per indottrinare e catechizzare i fedeli. Per molto tempo nelle immagini che raffiguravano il diavolo prevalse l’aspetto didattico ed ideologico piuttosto che quello estetico.

Il diavolo e conseguentemente il suo carattere maligno e negativo furono rappresentati in modo da impressionare e spaventare i peccatori con la paura dei tormenti infernali; nel medioevo la sua figura associata al male divenne importante ed essenziale nella sua figura in contrapposizione con l’Angelo Custode egualmente presente affiancato all’uomo.

Nell’iconografia cristiana il Diavolo acquisisce importanza solo a partire dal XI secolo in cui esplode la sua presenza nell’iconografia. Gli artisti che si apprestavano a riprodurlo si pongono sempre il problema su come rappresentarlo, dato che non si conosce compiutamente la sua natura e si sceglie di ritrarlo attraverso la diversità e la varietà delle sue metamorfosi che la chiesa e la paura umana gli attribuisce.

Dal IX secolo l’iconografia del diavolo si fondava più sull’aspetto umano assumendo l’aspetto di un essere piccolo e deforme, oppure quello di un vecchio; altrimenti come un essere grande e grosso. Per indottrinare i fedeli sulle astuzie del maligno viene raffigurato anche con l’aspetto di donna seducente e libidinosa, per ingannare un uomo di fede, assume addirittura le sembianze di un santo, anche se nell’immagine l’inganno viene denunciato in genere attraverso un dettaglio in cui la forma umana veniva contaminata associandone caratteri bestiali (zampe o zoccoli, ali di pipistrello, orecchie caprine).

Le rappresentazioni animalesche o mostruose erano eredi dell’immaginario pagano (i satiri, le chimere, le arpie o le gorgoni) e successivamente di quello medievale e quasi sempre richiamavano in qualche modo il serpente (l’ingannatore dei progenitori Adamo ed Eva) e il drago (Apocalisse su tutti ma anche in altri passi biblici e di tradizione cristiana), la scimmia, il leone, il caprone, il lupo, il gatto, il grifone, il centauro, i rettili.

Le caratteristiche animali si concentrano perlopiù sulla testa (corna caprine, orecchie appuntite, muso di lupo, di cane, di leone o becco d’uccello) e sull’estremità delle membra (unghie, artigli o zoccoli), mentre il corpo è peloso o ricoperto di scaglie e provvisto di coda con estremità appuntita. Per rievocare la sua origine angelica il diavolo (nell’Alto medioevo) viene dotato di ali piumate, identiche a quelle degli angeli, mentre dal XII secolo, inizia ad essere raffigurato con ali di pipistrello.

Contrariamente agli angeli, il diavolo è generalmente rappresentato nudo (carattere negativo) e il loro atteggiamento espressivo è improntato sulla tensione, l’agitazione, l’aggressività; la postura curva e contorta che esprime lo sgraziato gesticolare; le forme appuntite delle corna e delle altre estremità (capelli, criniera ma anche denti e peli e il naso adunco, particolare, quest’ultimo, connesso allo stereotipo razziale degli ebrei al fine di demonizzarli) o le pieghe e le grinze, vengono contrapposte alle armoniose vesti degli Angeli e dei Santi.

Particolare importanza riveste la bocca nell’immagine demoniaca; essa è generalmente spalancata e con la fuoriuscita della lingua a formare un ghigno animalesco.

let001L’uso del colore contribuisce a esprimere la natura del diavolo e senza dubbio le sfumature scure sono le principali caratteristiche del diavolo, il nero, anche se rappresentante l’assoluta mancanza di luce è raramente utilizzato nel cromatismo demoniaco; vengono utilizzate altre tinte per accentuare la sua natura infima e l’appartenenza al mondo delle tenebre, viene usato il bruno, il blu scuro, il verde scuro e da qualsiasi altro colore scuro e saturo. Solo nel tardo medioevo il colore rosso divenne diabolico, associato al sangue e alle fiamme infernali.

Riassumendo, l’iconografia del diavolo si evolve da una non-rappresentazione a una raffigurazione che sottolinea sempre più il carattere negativo, carattere che viene enfatizzato contrapponendolo al lato negativo di Dio, di Gesù Cristo, di Maria, degli angeli e dei santi, sempre in una posizione subordinata o comunque sconfitto.

Il diavolo nei santini

Nei santini moderni la sua raffigurazione è poco presente se non come minuscola presenza in alcune iconografie che lo ritraggono sconfitto ed umiliato: come serpente ai piedi dell’Immacolata concezione, come drago ucciso dai Santi, Domenica, Marta, Giorgio etc. e come figura umana con ali di pipistrello mentre tenta S. Antonio.

Nei santini antichi però è possibile vederlo rappresentato con alcune caratteristiche che ne descrivono il ruolo nella storia e filosofia cristiana.

Ne abbiamo scelte due.

L’angelo caduto

Nei primi tre secoli dell’era cristiana veniva attribuita all’invidia ed alla lussuria, la caduta di Lucifero (o Stella del Mattino), mentre a partire dal IV secolo iniziò a divulgarsi la credenza che il principale motivo della cacciata dal paradiso era da attribuirsi solo alla superbia.

dopter093In questa siderografia su fondo trinato a punzone edita dalla casa editrice parigina Dopter la figura di Lucifero (già fuori dall’immagine del paradiso) è molto simile a quella di un angelo, e si diversifica in pochi dettagli, le corna taurine e le ali che sono in una fase intermedia tra quelle piumate di un corvo e quelle di un pipistrello, mentre il suo sguardo è truce e incattivito dalle catene che gli cingono i polsi.

L’angelo seduttore

Fin dal primo libro della Bibbia la figura di Lucifero si rivela per quel che è, un seduttore. E’ colui che convince Eva a mangiare e far mangiare ad Adamo il frutto proibito da Dio, è il seduttore dell’umanità, che disprezza, poiché essa e tutta la creazione è il capolavoro di Dio, e su di essa si vendica tentando di traviarla per rivoltarla contro il suo stesso creatore e lo fa servendosi delle sue debolezze, la lussuria, la ricchezza, il potere, con cui tenta e lusinga.

img391In questa siderografia su fondo trinato a punzone, edita dalla casa parigina Durand, il diavolo è raffigurato mentre tenta di sedurre una figura femminile che è ovviamente identificata in Maria, madre di Gesù.

Il diavolo è insidioso e il suo stare a contatto con il corpo di Maria è indice di insistenza, con la mano sinistra offre dei monili d’oro che simboleggiano la ricchezza e il potere ad essa conseguenziale, mentre con la mano destra cerca di distogliere lo sguardo dalla Croce, indicando la parte opposta del cielo.

Anche la natura che fa da sfondo è diversificata, sul lato sinistro che va verso Dio, la natura è rigogliosa ed illuminata dai raggi che partono dalla Croce in alto, mentre nella parte opposta che precede il diavolo e da esso indicata è una natura sterile ed arsa dalle fiamme infernali che lambiscono il terreno.

– Gianluca Lo Cicero
Italian Collector and Opera Singer
www.gianlucalocicero.com


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